Caserta
La storia di questa città campana, per lunghi secoli equiparabile a quella di tanti altri borghi medievali arroccati su un rilievo appenninico, subì una svolta importante nel 1752. Una sterminata area pianeggiante ai piedi del villaggio di Casertavecchia venne, infatti, acquistata quell’anno dal re di Napoli, Carlo di Borbone. Il re desiderava trasferire qui, in un contesto bucolico e rigoglioso, la sua residenza principale, dotandola di un grande palazzo reale e di un immenso e lussureggiante giardino. Ecco come nacque l’impressionante sito culturale che conosciamo oggi sotto il nome di reggia di Caserta. Tutt’attorno a questo capolavoro architettonico, protetto dall’Unesco, si è sviluppata poi la Caserta moderna, che è oggi importante capoluogo di provincia. Tra il Settecento e l’Ottocento in particolare, Caserta si è arricchita di sfarzosi palazzi borghesi, piacevoli strade pedonali, piazze monumentali e una maestosa cattedrale cittadina.
A vegliare dall’alto sulla città, poco a nord del centro storico, due località valgono una visita approfondita. Da un lato si svela il complesso di S. Leucio, incompiuto sogno industriale di Ferdinando IV di Borbone. Poco più a est invece spicca ancora il nucleo originario di Caserta, quella Casertavecchia che, se da un lato ha perso di importanza storica durante i secoli, dall’altro non smette di sorprendere i viaggiatori che risalgono attraverso i suoi vicoli alla ricerca di tesori di arte e cultura.
Vittorio Figurato, quando parla dell’Italia:
Come dicevo noi siamo ossessionati con la cucina del ricordo tutto quello che facciamo qualsiasi piatto qualsiasi ingrediente che scegliamo è collegato con il ricordo e ora neanche per farlo apposta noi siamo estremamente vicini alla Calabria e alla Campania e soprattutto al pomodoro e alcuni ingredienti che ci ricordano un po’ l’infanzia infatti da pochi mesi abbiamo finito un viaggio in vespa che è stato anche un po’ promozione del Sud Italia è stato filmato, siamo andati abbiamo fatto un recorrido nel sud Italia cominciando dalla Calabria per terminare in appunto a Napoli e Caserta dove siamo cresciuti. Siamo andati a prendere quattro ingredienti particolari che ci ricordano la nostra infanzia: il pomodoro logicamente, il caciocavallo Silano, le olive e la salsiccia e l’abbiamo fatto un po’ per omaggiare quelle che sono le tradizioni contadine. Noi di famiglia non siamo ristoratori, di famiglia sì siamo molto vicini alla parte contadina e quindi anche il lavoro del contadino, il fatto di poter seguire il ritmo delle stagioni della terra, di non forzarlo, di non poter trovare gli ingredienti tutto l’anno negli scaffali del supermercato è qualcosa che ci interessa parecchio, dare a conoscere, e quindi per rispondere alla tua domanda, un po’ la nostra passione è la terra, soprattutto se parliamo del Sud Italia perché quello che diciamo è stata la nostra infanzia. L’intervista completa LINK